L’orizzonte dell’arte dovrebbe essere la vita non la produzione di opere d’arte. Negli ultimi 10-15 anni fiere e biennali d’arte sono sovraccariche di opere d’arte (1500 opere alla Biennale di Venezia 2022) che vengono viste in spazi ridotti e in poche ore. Poco tempo e poco spazio per vedere migliaia di contenuti. Nulla può emergere. Contemporaneamente una crisi del linguaggio ha coinvolto l’arte contemporanea, la complessità della realtà è molto più incidente e significativa di qualsiasi cosa possiamo mettere sopra il piedistallo dell’opera. Che fare? Una nuova ecologia dell’arte deve essere sviluppata. Nel 2013 Luca Rossi inizia la serie IMAGES che non propone ancora un’altra fottuta opere d’arte (per dirla alla maniera di Cattelan) ma una modalità per ordinare e gestire i contenuti. Tutte queste opere hanno come titolo: “se non capisci una cosa cercala su YouTube” (vedi seconda foto in questa pagina) . Queste opere sono immobili, ma cambiamo ogni giorno; sono il varco esclusivo per una sorta di Cappella Sistina contemporanea capace di riflettere la complessità del presente e di resistere al presente stesso.
The horizon of art should be life not the production of works of art. In the last 10 to 15 years, art fairs and biennials are overloaded with works of art (1,500 works at the Venice Biennale 2022) that are seen in small spaces and in a few hours. Little time and little space to see thousands of contents. Nothing can emerge. At the same time, a crisis of language has involved contemporary art, the complexity of reality is far more incidental and significant than anything we can put on the pedestal of the work. What to do? A new ecology of art must be developed. In 2013, Luca Rossi started the IMAGES series, which does not yet propose “another fucking artwork” (to put it in Cattelan’s way) but a way to order and manage content. All these works have the title: ‘if you don’t understand something, look it up on YouTube‘ (see second picture on this page). These works are immobile, but change every day; they are the exclusive gateway to a kind of contemporary Sistine Chapel capable of reflecting the complexity of the present and resisting the present itself.